Studenti attori al Pontificio Collegio Gallio, in scena per tre volte in auditorium: “Ventottesimo viaggio straordinario”

Como, 16 maggio 2024

Il Laboratorio Teatrale della scuola primaria e secondaria di primo grado del Pontificio Collegio Gallio presenta: “Ventottesimo viaggio straordinario”. Appuntamento giovedì 16 maggio alle 20.30, venerdì 17 alle 10 e alle 20.30 nell’auditorium della scuola, ingresso libero.

Non capita tutti i giorni di vedere oltre cento giovanissimi attori in scena. Ci è riuscito anche questa volta il docente del Gallio e maestro di Musica Isidoro Taccagni con il suo Laboratorio Teatrale. Attori, figuranti, comparse e personale di scena sono gli studenti della scuola secondaria di primo grado (scuole medie) e della primaria (elementari) dell’istituto. Il tema scelto è l’Editto di Milano. Siamo quindi a Roma, il 13 giugno 313. Costantino e il suo collega Licinio dichiarano che nell’Impero si sarebbero potuti onorare tutti gli dei, Cristo compreso. Di persecuzione, libertà, schiavitù e di apatia si parlerà con leggerezza sul palcoscenico, ricreando il clima fatuo e vacuo dell’ultimo secolo prima della caduta dell’Impero. Una Roma cosmopolita, dove si intrecciano gli accenti in un latino che non è più quello di Virgilio e Cicerone, i barbari sono ormai cittadini e i veri cives non sono che l’ombra degli abitanti la civitas di Cesare. Vengono rappresentati sul palco il mercato dell’Urbe, i gladiatori, i fedeli iniziati del culto di Mitra, ma anche i maghi. Testo, musiche originali e regia sono di Isidoro Taccagni. Hanno coordinato per i costumi Elena Solinas e Maria Cappelletti, per le scene Marco Galli e per i tecnici di scena direttamente il padre rettore, Padre Giovanni Benaglia.

Il Laboratorio Teatrale nasce al Collegio Gallio il 5 Giugno 1995. In tanti spettacoli, susseguitisi ininterrottamente tranne per i due rubati dalla pandemia, abbiamo riso e pianto per le storie raccontateci da migliaia – non è un’esagerazione, basta fare i conti – di giovani attori che hanno messo la loro faccia dietro la maschera di altrettanti personaggi, in un grande gioco divertente. Sentire oggi un bambino, muto e immobile in scena per due minuti e quindici secondi, esclamare raggiante e sognante che il pezzo di legno riciclato, dipinto e polveroso che deve reggere è bellissimo, è qualcosa che dà l’idea del perché siamo ancora qui. Forse i nostri cuccioli crescono in un mondo pieno di indifferenza e di apatia, ma abbiamo il dovere di insegnargli che anche nel buio è possibile accendere una luce. Quella che nei loro occhi non fatica mai a prendere vita, basta dar loro un’occasione. È proprio questa la metafora del vecchio ma ancora arzillo Laboratorio Teatrale: una fiammella, che arde negli sguardi felici di tanti giovani uomini di domani e che può scaldare, se glielo si permette, il loro e il nostro cuore.